“Cronache dal Bosco Antico: La Saga di Alice e gli Strumenti Ballerini”

C’era una volta, nel pittoresco paese di Puglia, una bambina di nome Alice, che era più curiosa di una scimmia in una libreria di chimica. Un giorno, mentre faceva le capriole nel bosco, come ogni bambina avventurosa farebbe, si imbatté in qualcosa di strano. Non, non era un coniglio bianco con un orologio da taschino, ma un paio di strumenti di pietra. Gli strumenti sembravano più vecchi di Matusalemme e consumati più di una borsa di patatine durante una maratona di film.

Alice, invece di gridare “Oh, mio Dio, strumenti di pietra antichi!”, pensò: “Questo sarà il mio biglietto per la fama e la fortuna!” e portò a casa i reperti archeologici fai-da-te.

La madre di Alice, che era una maestra di storia, esaminò gli strumenti e disse: “Questi sono più vecchi della mia prima bicicletta! Potrebbero risalire all’età del bronzo, quando la gente faceva selfie su pietra invece che su smartphone.” Alice, invece di chiedere cosa fosse un selfie, era così emozionata che poteva avere qualcosa di antico e prezioso come i cioccolatini nel barattolo segreto di sua madre.

Decise di studiare gli strumenti come se fossero le istruzioni di montaggio di un set di LEGO alieno. Una notte, dopo aver mangiato troppi marshmallow prima di andare a letto, Alice sognò che gli strumenti prendevano vita. Si alzarono, cominciarono a ballare la lambada e poi si sedettero per raccontare storie del passato. Uno degli strumenti disse: “Siamo stufi di giacere qui nell’oscurità! Portaci in una spa, almeno!”

Quando Alice si svegliò, si sentiva più collegata alla storia della Puglia di quanto non fosse un esperto di puzzle alla sua collezione di pezzi. Decise che la sua missione nella vita era diventare la Sherlock Holmes della storia locale.

Divenne una ricercatrice di storia con tanto di cappello a cilindro e pipa immaginaria. Studiò il passato del suo paese con più dedizione di un gatto che insegue una piuma. Alice diventò così famosa che il suo nome era sulla lingua di tutti, come una cannuccia persa in un bicchiere d’acqua.

E così, cari lettori, la storia di Alice ci insegna che a volte è necessario sognare, anche se hai mangiato troppe caramelle, e che il passato può essere più intrigante di una soap opera televisiva. E se non avete ancora trovato strumenti di pietra nel vostro giardino, forse è il momento di cominciare a scavare. Potreste essere sorpresi da cosa potreste trovare: forse una vecchia cassetta degli attrezzi o un tunnel segreto per il mondo delle ciambelle infinite. La vita è piena di misteri, cari amici, e solo chi è abbastanza curioso può sperare di svelarli tutti!

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  1. Da sognatrice seriale dico, che sognare allegerisce la vita e che siamo un po’ tutte Alice alla scoperta del nuovo,del mistero e di un passato da cui trarre insegnamento.

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